Gemmano. Si combatte corpo a corpo sul bastione della Linea Verde n.2
Il 4 settembre 1944 pattuglie esploranti della 56° divisione di fanteria London riferiscono che il grosso dei tedeschi in Valconca si trova a Croce, mentre a Gemmano c’è solo un velo di truppe. È un errore: attorno al paesino è presente un intero reggimento di truppe da montagna, il 100° gebirgsjaeger. Il 5 settembre a scalare gli oltre 400 metri della collina di Gemmano è inviato solo un battaglione, il 7th Oxfordshire and Buckinghamshire Light Infantry, che viene respinto facilmente. Da Gemmano si domina l’intera vallata e si dirige il fuoco delle artiglierie e dei mortai contro il traffico dei mezzi militari alleati. Nella sola giornata del 5 son circa 80 i veicoli alleati distrutti o danneggiati. Il 6 settembre viene inviato contro Gemmano il 44° reggimento corazzato da ricognizione. La strada per giungere al paese è piuttosto ripida e stretta e gli alpini tedeschi non danno tempo agli inglesi di utilizzare i carri armati: li colpiscono mentre ancora salgono in fila indiana, distruggendo in pochi minuti 14 mezzi corazzati. Il 7° Oxford si lancia coraggiosamente all’attacco e conquista alcune case all’ingresso di Gemmano, ma un contrattacco dei gebirgsjaeger intorno a mezzanotte li ricaccia indietro con molte perdite. All’alba del 7 settembre i fanti inglesi, con ammirevole spirito combattivo e una ferrea volontà, tornano ad assalire le pendici del colle di Gemmano e sotto un diluvio di fuoco entrano nell’abitato. Durante il giorno resistono a ben quattro contrattacchi tedeschi all’arma bianca, con furiosi scontri casa per casa, ma a sera ormai esausti e a corto di munizioni si ritirano. Durante la notte sono rimpiazzati dall’intera 169° brigata di fanteria, la Queen’s brigade, appoggiata da una ventina di carri armati dell’8° RTR. Dopo il consueto martellamento aereo e di artiglieria, il 2/6 e il 2/7 Queen’s si lanciano all’attacco su per il pendio di Gemmano, sostenuti da presso dai carri armati Sherman. Il 2/7 comunica di avere preso gran parte del paese, ma verso l’imbrunire i tedeschi inviano contro gli inglesi le ultime riserve e a fine giornata i Queen’s controllano solo due grossi caseggiati. Nel corso della nottata le truppe di una compagnia del 2/5 Queen’s avanzano, non viste, tra i vicoli pieni di detriti di Gemmano. Per bloccare questa pericolosa incursione nemica, il comandante del 100° reggimento tedesco si vede costretto a ordinare alla sua artiglieria di sparare sul paese, pur sapendo che vi si trovano ancora suoi soldati. La mossa disperata funziona e permette ai tedeschi di costituire una nuova linea di difesa sul monte Gardo, l’altura che domina Gemmano. Il mattino del 9 settembre hanno luogo gli ultimi feroci combattimenti in quel che restava del paese. La 56° divisione London, particolarmente provata, passa la mano alla 46°. Gli attacchi continuano ancora per cinque giorni, con perdite altissime da entrambe le parti. La sera del 13 settembre il 100° reggimento non ha praticamente più abbastanza uomini per presidiare il fronte da tenere e deve ritirarsi. Il compito di prendere l’insanguinato crinale del monte Gardo, con il dodicesimo e ultimo attacco, viene dato agli scozzesi del 2° Cameron Highlanders. Giunti in cima, nella mattinata del 15 settembre, trovano 91 cadaveri insepolti di soldati inglesi solo nei paraggi della grande croce in legno posta sulla cima del monte. Dalle macerie di Gemmano verranno poi estratti i corpi di quasi 900 alpini tedeschi e 730 fanti inglesi.
A cura di
Andrea Santangelo
Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea della provincia di Rimini