Piacenza
- Home
- Piacenza
A Piacenza la notizia dell’arresto di Benito Mussolini, il 25 luglio 1943, viene accolta con manifestazioni di entusiasmo e l’eliminazione dei simboli del regime sia nel capoluogo sia nei comuni della provincia. Gli apparati amministrativi del potere restano però immutati: non si formano comitati d’azione dei partiti antifascisti, anche se particolarmente significativa è l’attività svolta in queste settimane dall’avvocato cattolico Francesco Daveri che riunisce nel suo studio colleghi e amici per sensibilizzarli verso una comune azione antifascista (Giuseppe Berti, Linee della Resistenza e Liberazione piacentina – vol. II, 1980). Dopo l’armistizio, Piacenza viene circondata dalle truppe tedesche pronte ad assumere il controllo del territorio. Il 9 settembre si svolgono combattimenti sanguinosi, in particolare nell’area di piazzale Genova: l’armamento italiano non regge il confronto con i reparti tedeschi e viene comunicata la resa. Gli occupanti hitleriani catturano i soldati italiani e li avviano all’internamento in Germania: saranno quasi 6mila gli internati militari italiani del territorio. Le truppe tedesche danno anche la caccia ai soldati inglesi, jugoslavi e greci, sfuggiti dai tre campi di prigionia dislocati in provincia: parte dei militari italiani e degli ex prigionieri stranieri riescono a sottrarsi alla cattura (Anna Chiapponi, Piacenza nella lotta di Liberazione 1943-1945, 1976). Mentre sul territorio gli esponenti fascisti si insediano alla direzione degli organismi pubblici locali, gli antifascisti piacentini si organizzano in piccoli nuclei. Nell’ottobre 1943 nasce il CLN piacentino con Francesco Daveri per la Dc, Paolo Belizzi per il Pci, Mario Minoia per il Psi (sostituito da Giuseppe Arata), Raffaele Cantù per il Partito d’Azione e l’anarchico Emilio Canzi, nnominato al comando della XIII Zona e poi sostituto dal colonnello Luigi Marzioli. All’inizio del 1944 nascono le prime bande partigiane: in alta Val d’Arda la formazione ha a capo Vladimiro Bersani e poi Giuseppe Prati. In alta Val Nure si organizza la formazione di Ernesto Poldrugo “Istriano”, mentre più a valle si crea una formazione sotto il comando di Milic Dusan “Montenegrino”. In Alta Val Trebbia si forma un gruppo al comando dello sloveno Gaspare Çavernik, mentre in alta Val Tidone nascono la banda Piccoli al comando di Giovanni Molinari, quella di Pietro Chiappini e la Banda del Greco di Andreas Spanoyannis. Determinante è l’arrivo alla Sanese dell’ufficiale dei carabinieri Fausto Cossu. Tra maggio e giugno del 1944 si registrano i primi comuni liberati dalle bande che nel frattempo si riorganizzano in brigate e poi in divisioni. Viene costituito anche il Comando Nord Emilia (Antonino Rosa, Storia della Resistenza nel Piacentino, 1985).
Nel novembre 1944, l’Appennino piacentino viene investito dagli attacchi congiunti dei reparti germanici, della Rsi e della divisione Turkestan: inizia il grande rastrellamento invernale con l’imboscata al Passo dei Guselli, la strage della Rocchetta, l’agguato di Pertuso, l’eccidio di Rio Farnese. A Piacenza 1.122 persone sono incarcerate perché sospettate di favoreggiamento nei confronti dei partigiani: molti muoiono in combattimento o fucilati. Da febbraio 1945 gli Alleati riprendono i lanci di armi e munizioni: le brigate partigiane si ricostituiscono, liberano Bettola, Lugagnano, Bobbio e Pianello ed estendono il loro controllo in pianura. Il 28 aprile Piacenza è liberata: i componenti del CLN provinciale nominano le nuove autorità cittadine. Il 5 maggio ha luogo la manifestazione celebrativa della vittoria sui nazifascisti, conclusa con la consegna delle armi.
Mappa e cronologia degli eventi
28 aprile 1945
La liberazione della città di Piacenza dalle forze nazi-fascistePiacenza - Presenza degli alleati
Il 28 aprile 1945 avviene la liberazione di Piacenza con l’entrata in città dei primi contingenti partigiani scesi in pianura
24 aprile 1945
Le Sap proteggono le infrastrutture cittadinePiacenza - Azioni e battaglie partigiane
Dal 24 al 27 aprile le Sap disattivano le mine tedesche poste sotto alcune infrastrutture di Piacenza e sabotano alcune vie di comunicazione.
23 aprile 1945
Accordi tra partigiani e Alleati per la discesa al piano delle tre DivisioniPiacenza - Presenza degli alleati
Il 23 aprile, a Ponte dell’Olio, il Comando della XIII zona impartisce gli ordini di discesa in pianura delle divisioni partigiane.
15 aprile 1945
L’ultima aggressione fascistaPiacenza - Azioni e battaglie partigiane
Nella notte fra il 15 e il 16 aprile 1945 al castello di Monticello le brigate nere e le SS italiane vengono sconfitte dai partigiani.
05 aprile 1945
Gli ordini alle Divisioni piacentine e gli attacchi partigianiPiacenza - Azioni e battaglie partigiane
Il 5 aprile 1945 gli Alleati ordinano di incrementare gli attacchi sui presidi fascisti: il 6 è assaltata la polveriera di Co’ Trebbia.
26 gennaio 1945
Le ultime rappresaglie nazi-fasciste e i bombardamenti sulla cittàPiacenza - Repressione e luoghi di detenzione
All’inizio del 1945 una serie di feroci rappresaglie nazifasciste si abbatte su diversi protagonisti della Resistenza locale.