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L’8 settembre del 1943 e la nascita della Repubblica di Salò segnano un momento cruciale anche nella storia della provincia ferrarese. Lo stanziamento dei tedeschi sul territorio fa del capoluogo – ma non solo – un oggetto di immediata e violenta repressione contro l’antifascismo, in un clima del terrore che rende difficile anche l’organizzazione di una resistenza armata in città: ciò a causa dei pesanti rastrellamenti e delle fucilazioni di questo periodo contro gli antifascisti, mentre gli Alleati non esitano a combattere la forte presenza nemica a Ferrara con quasi trecento incursioni aeree – di cui una trentina di bombardamenti che provocano, secondo le stime ufficiali, almeno 1.070 vittime.
La data simbolo di questo ultimo scorcio di guerra è senza dubbio il 15 novembre del 1943: la strage del Castello Estense, ritenuta dagli storici il primo eccidio di guerra civile in Italia, vuole rilanciare il fascismo locale e gli ideali della Repubblica Sociale Italiana. È in questo periodo, più precisamente dall’ottobre del 1943, che anche i rastrellamenti e le deportazioni dal capoluogo si intensificano: una delle più importanti comunità ebraiche della penisola come quella ferrarese subisce un pesante, violento ridimensionamento, prima verso Fossoli e poi in direzione di Auschwitz.
L’antifascismo, però, non è mai estirpato in un territorio che affonda le sue radici nelle lotte sociali delle campagne. Anzi, si intensifica negli anni, spinto dal malcontento e dalla repressione, dalla miseria e dalla fame provocate dalla guerra e dell’occupazione. Ed è così che la popolazione ferrarese partecipa attivamente al movimento di Resistenza a sostegno dell’attività partigiana: i giovani si avvicinano all’antifascismo e ai partiti che combattono la dittatura; un fenomeno alimentato dai volantini e dalla stampa clandestina (come il giornale «La Nuova Scintilla»), e dalla nascita dei Comitati di Liberazione Nazionale.
Se in città l’azione partigiana è più difficoltosa e necessita di gruppi ristretti, che agiscano velocemente, nelle campagne la Resistenza è più concreta e numericamente corposa. La zona orientale e meridionale, compresa tra il delta del Po e Argenta, è una delle più duramente colpite dall’occupazione degli invasori, in termini di violenza e di bilancio di vite pagate. Ma è anche uno dei territori di più profonda tradizione antifascista e di lotta sociale.
Per i tedeschi è un punto strategico fondamentale: il controllo della foce del Po è rafforzato con uno stralcio della linea difensiva Gengis Khan, mentre Argenta è a ridosso della Linea Gotica. Gli invasori però fanno i conti con un territorio paludoso, che con le sue valli e i suoi canali diviene terreno fertile per chi lo conosce. Le stragi nazifasciste nell’Argentano e nel Codigorese, l’acuta Resistenza dei partigiani in barca comacchiesi e degli uomini di valle testimoniano sì la dura repressione, ma anche la vivacità della lotta di liberazione nelle campagne. E così, spostandosi nell’Alto Ferrarese, la Resistenza è ben organizzata sia nel Centese e lungo il fiume Reno, sia a Bondeno: è proprio qui che i Comitati di Liberazione Nazionale possono contare su una capillare organizzazione partigiana e, soprattutto, su un’ottima formazione di donne e uomini alla guerra al nazifascismo.
22 aprile 1945
Codigoro: dal dramma delle “fasanare” al giorno della LiberazioneFerrara - Presenza degli alleati
Il giorno della Liberazione di Codigoro pone fine al dramma delle fasanare, ma è ricordato per il sacrificio di Olga Fabbri.
22 aprile 1945
La liberazione di FerraraFerrara - Presenza degli alleati
I partigiani della 35ª Brigata Garibaldi per le vie del centro (Archivio Servizio Documentazione Storica del Comune di Ferrara), tratto da Ferrara liberata, a c. di Violetta Ferrioli e Delfina Tromboni, catalogo della mostra (Ferrara, aprile – luglio 1995), Ferrara, 1995.
22 aprile 1945
Un punto strategico per i tedeschi: MesolaFerrara - Presenza degli alleati
Tra il 22 e il 25 aprile 1945 anche Mesola, punto strategico fondamentale nei piani dei tedeschi in rotta, è liberata.
22 aprile 1945
I giorni della Liberazione di FerraraFerrara - Presenza degli alleati
Gli ultimi giorni di occupazione di Ferrara: i timori per un nuovo bombardamento, l’opera dell’Arcivescovo, la Liberazione.
13 aprile 1945
Dalla Linea Gotica a Ferrara: l’avanzata alleata a PortomaggioreFerrara - Presenza degli alleati
Il 13 aprile 1945 inizia l’offensiva alleata su Portomaggiore: oltre un migliaio di vittime, e il centro storico è devastato.
24 marzo 1945
Una strage prima della Liberazione: i X Martiri di PorottoFerrara - Offensive tedesche/fasciste
Tra il 24 marzo e il 21 aprile 1945 dieci giovani delle frazioni di Porotto e Fondo Reno sono trucidati dai nazifascisti.
18 febbraio 1945
Un atto eroico: le donne di Bondeno invadono il MunicipioFerrara - Manifestazioni sociali e politiche
Le donne e alcuni giovani di Bondeno assaltano il Municipio e bruciano mobilio e documenti in protesta contro il nazifascismo.
29 gennaio 1945
La Resistenza a Comacchio: Edgardo Fogli, un pericoloso sovversivo e un eroe partigianoFerrara - Repressione e luoghi di detenzione
Edgardo Fogli, tra i principali organizzatori della Resistenza nelle Valli di Comacchio, è fucilato dai nazifascisti.
29 novembre 1944
La lotta di Resistenza nel Basso ferrarese e la violenta rappresaglia fascistaFerrara - Azioni e battaglie partigiane
Una bomba nel distaccamento della Gnr di Berra uccide quattro fascisti e scatena violente rappresaglie nel Basso ferrarese.
17 novembre 1944
Una strage nazista: l’eccidio del Caffè del Doro del 1944Ferrara - Repressione e luoghi di detenzione
Il 17 novembre 1944, davanti al Caffè del Doro, sette oppositori del regime sono uccisi dalle SS del maresciallo Pustowka.
07 settembre 1944
Il clima del terrore: la rappresaglia nazifascista di FiloFerrara - Azioni e battaglie partigiane
Per l’uccisione di un tedesco in uno scontro a fuoco con i partigiani, dieci persone sono rastrellate e barbaramente uccise.
11 agosto 1944
Una dura rappresaglia fascista: l’eccidio della Certosa di FerraraFerrara - Repressione e luoghi di detenzione
I fascisti in una rappresaglia colpiscono duramente la Resistenza giustiziando nove oppositori presso la Certosa di Ferrara.