La liberazione di Reggio Emilia
La liberazione di Reggio Emilia avviene tra il 24 e 25 aprile 1945 per opera congiunta delle formazioni partigiane della provincia e per l’avanzata degli Alleati lungo la via Emilia e la pedemontana.
Il 24 aprile le truppe americane del 133° reggimento della 34° divisione Red Bull partono da Rubiera alle ore 10:00, seguono la via Emilia e arrivano a Masone, alle porte della città, verso le 13:30. Lì viene posto il comando e piazzata l’artiglieria da cui si inizia il bombardamento sulla città. Insieme agli americani, si muovono da sud lungo la pedemontana i reparti brasiliani della FEB, che nel primo pomeriggio si portano alla periferia della città. Nelle stesse ore inizia l’accerchiamento della città da parte delle formazioni partigiane che provengono da sud (brigate della montagna e 76° SAP) e da nord (77° SAP). Buona parte dei fascisti e dei tedeschi è già fuggiti dalla città, ma poco dopo le 16:00 un gruppo tenta di porre una breve resistenza ingaggiando uno scontro a fuoco nella zona compresa tra Piazza Lepanto, il ponte di San Pellegrino e l’omonima chiesa, in cui perdono la vita i parigiani Grappino (Bruno Bonicelli), Mimma (Maria Montanari) e Timmi (Enzo Lazzaretti).
Superata quest’ultima controffensiva nemica, i partigiani e le truppe del terzo battaglione della divisione Red Bull entrano in città da Porta Castello. Spontaneamente vari gruppi di partigiani corrono lungo le strade della città per annunciare l’arrivo della liberazione. Gli ultimi fascisti rimasti in città, decisi a non arrendersi, si asserragliano sulle torri e sui tetti degli edifici, da cui continuano a sparare fino al giorno successivo.
Nonostante le sparatorie e gli scontri ancora in corso nelle strade circostanti, verso le 17:00 i membri del CLN riescono ad entrare in Prefettura e fanno sventolare dal balcone il tricolore. Circa negli stessi momenti, alcuni partigiani cattolici delle Fiamme Verdi issano il tricolore sul municipio.
Nel pomeriggio, gruppi di partigiani entrano nei locali della Casa del Mutilato, dove sono presenti le rotative del vecchio giornale del fascismo reggiano, “Il Solco Fascista”, e compongono il primo numero di “Reggio Democratica”, che viene stampato in duemila copie azionando i macchinari a mano a causa della mancanza di elettricità.
La mattina del 25 aprile il grosso delle truppe alleate entrano a Reggio Emilia, tra due ali di folla festante. Poco dopo le ore 9 si insedia in Prefettura il rappresentante dell’Allied MIlitary Government, il colonnello Italo de Lisle Radice, il cui primo atto è quello di ratificare le nomine decise dal CLN Provinciale di Cesare Campioli e Vittorio Pellizzi rispettivamente a sindaco e prefetto di Reggio Emilia.
Il 3 maggio 1945 si svolge infine la grande manifestazione per celebrare la fine della guerra, durante la quale sono ufficialmente smobilitate le truppe partigiane con la consegna delle armi agli alleati. Le varie brigate sfilano per la città con le loro armi e le loro bandiere e al termine della giornata, in piazza Cavour (oggi Piazza Martiri del 7 luglio) parlano il colonnello Augusto Berti Monti, comandante generale delle truppe partigiane, Didimo Ferrari Eros, commissario generale, e l’ing. Domenico Piani Fontana, membro del CLN per la Democrazia Cristiana. Questo momento segna la conclusione del lungo processo di liberazione e l’inizio di una nuova fase di ricostruzione.
Bibliografia: G. Franzini, Storia della Resistenza Reggiana, IV Edizione, Reggio Emilia, Nuova Futurgraf, 2014, pagine 754-763; M. Storchi (a cura di), <<The taking of Reggio Emilia>>, la Liberazione di Reggio nei rapporti della 34° Divisione USA, in “Ricerche Storiche”, n. 117, aprile 2014.
A cura di
Dario Ferrari Lazzarini
Istoreco