La missione segreta di Paolo Fabbri
Il 17 dicembre 1944 parte da Bologna una missione segreta della Resistenza, per preparare la Liberazione della città. La missione è formata dal capo partigiano Paolo Fabbri e dallo stratega militare, Mario Guermani. I due partigiani usano i nomi in codice Asinelli e Garisenda.
La missione comincia dalla base partigiana del Fondone. I due partigiani attraversano a piedi il territorio bolognese e quello modenese, accompagnati per alcuni tratti da Alberto Grandi e Adelmo Degli Esposti.
Una volta oltrepassata la Linea Gotica, dopo una breve sosta a Porretta, la missione fa tappa a Firenze. Fabbri e Guermani incontrano il colonnello statunitense Floyd Thomas e ottengono i piani strategici dell’U.S. Army per la Liberazione del territorio emiliano.
Successivamente, i due partigiani scendono a Roma, dove hanno altri incontri. Fabbri e Guermani ricevono dal Ministero della Guerra cinque milioni di lire per finanziare la Resistenza. A Paolo Fabbri è proposto di entrare a far parte del Governo del Regno d’Italia, in qualità di sottosegretario. Fabbri rifiuta, sostenendo che deve fare ritorno a Bologna per portare a termine la Liberazione. Sempre a Roma, Fabbri e Guermani incontrano due figure di spicco del Partito Socialista, il leader nazionale Pietro Nenni e quello emiliano Giuseppe Massarenti.
Napoli è l’ultima tappa del viaggio. Dal 28 al 31 gennaio, la CGIL celebra il suo congresso nazionale di rifondazione. Fabbri è uno dei pochi sindacalisti dal Nord Italia a essere presente, senza figurare formalmente fra i delegati.
Adempiuta la propria missione, Fabbri e Guermani tentano di superare nuovamente la Linea Gotica, per fare ritorno a Bologna. Sono accompagnati dalla guida montana Adelmo Degli Esposti. Hanno con loro i piani strategici degli Alleati per la Liberazione di Bologna e cinque milioni di lire per la Resistenza bolognese. Nella notte di San Valentino del 1945, con ogni probabilità, la missione cade in un agguato. Fabbri e Guermani sono assassinati.
Nel Secondo Dopoguerra, dietro pressione di Nevio Fabbri, presso il Tribunale di Bologna c’è un processo penale per duplice omicidio. L’imputato è Adelmo Degli Esposti, ma nelle carte compare anche il nome di un’altra figura. I Carabinieri che indagano, Antonino Garofalo e Giovanni Chiari, sono stati partigiani sull’Appennino Bolognese. Scrivono diversi rapporti d’indagine e contribuiscono al ritrovamento dei cadaveri, presso la località Ronco Vecchio di Pietracolora.
Nel corso del processo, sono ascoltati numerosi testimoni, fra i quali i partigiani Gianguido Borghese, Ferdinando Baroncini, Vero Del Carpio ed Eros Basile. Il giudice dispone delle autopsie dei cadaveri, alcune perizie medico-legali e delle simulazioni balistiche per ricostruire l’accaduto. Il processo si conclude con una sentenza contraddittoria, che dichiara di non doversi procedere per insufficienza di prove. Il fascicolo del processo è attualmente conservato presso l’Archivio di Stato di Bologna.
Il servizio d’intelligence italiano e quello statunitense fanno a loro volta delle indagini. I relativi documenti sono conservati presso gli archivi italiani e quelli statunitensi. Il vicesindaco di Bologna, Artemio Pergola, promuove un approfondimento interno al Partito Socialista. Il rapporto conclusivo è conservato presso l’Istituto Storico Parri di Bologna.